“SAVIORS”: ha senso ascoltare i GREEN DAY del 2024?
Si sta parlando tantissimo del nuovo album. Ma vale la pena ascoltarlo? Non mi sono fermato alle anteprime e mi sono preso una settimana per darmi una risposta. di Carlo “Charlie” Matteoli IL RITORNO DI ROB CAVALLO «Tutto è cominciato da Billie che ha chiamato Rob per fargli un saluto e la prima cosa che Rob ha detto a Billie è stata: “Sei pronto a fare nuovamente la storia del rock and roll?”. E pensare che Billie voleva solo sapere come stava!». Questo è ciò che ha raccontato in più occasioni il bassista Mike Dirnt parlando della ritrovata collaborazione con il produttore dei super album “Dookie” e “American Idiot”. «Rob è dotato di una grande energia che riesce a sprigionare durante il processo di registrazione. Queste canzoni davvero riflettono quell’energia. Era l’uomo giusto per questo progetto, non c’è nessuno meglio di Rob con cui lavorare». I TESTI: LA POLITICA E LA CRITICA AL MONDO AMERICANO Da “American Idiot” in poi i Green Day hanno spesso criticato il mondo americano e la sua politica. Anche in “Saviors” ci sono numerose canzoni in merito, a partire da “The American Dream is killing me” che già dal titolo non lascia molti dubbi. Una canzone che vuole affermare quanto il Sogno Americano si sia trasformato in un incubo, puntando il dito sulla difficoltà sempre crescente nel potersi permettere un luogo dignitoso in cui vivere: Bulldoze your family home / Now it’s a condo […] Don’t want no huddled masses / TikTok and taxes […] Under the overpass / Sleeping in broken glass Un altro esempio di critica a quanto succede ogni giorno negli States è “Living in the 20s”: Another shooting in a supermarket / […] I drink my media and turn it into vomit […] We’re all together and we’re living in the 20s IL FATTORE PERSONALE E MENTALE, UNA SORTA DI AUTOANALISI L’altro argomento molto presente nell’album è quello della condizione personale, sopratutto a livello mentale; un tema che Billie Joe ha cercato di cantare sin dagli esordi prima come tentativo di autoanalisi poi come volontà di aprirsi al proprio pubblico; ad esempio la canzone più famosa della band (sto parlando di “Basket Case” ovviamente!) parla di attacchi di ansia e di quando si ha l’impressione di stare per impazzire. La sensazione è che, nonostante siano passati tanti anni (esattamente 30 da “Dookie”, esattamente 20 da “American Idiot”), questa voglia di sfogarsi ed aprirsi sia ancora sincera arrivando facilmente ad empatizzare con chi ascolta. Ed ecco che l’approfondimento dei testi si fa interessante. Dal tema delle dipendenze in “Dilemma”: I was sober, now I’m drunk again / I’m in trouble and in love again / I don’t want to be a dead man walking ma anche in “Goodnight Adeline”: Some days are holidays / Some days you call your mother / Some days you’re sober / But you’re still waking up with a hangover passando per quello dell’amore per la musica (intesa anche come valvola di sfogo e terapia) e non per la fama in “Corvette Summer”: Don’t want no money / Don’t want no fame / All I want is my records / Making my pain go away a quello delle relazioni personali, ad esempio in “Bobby Sox”: Do you wanna be my best friend? / You can drive me crazy / All over again / And I’ll bore to death / Doesn’t matter when we are in love […] Do you wanna be my girlfriend? / Do you wanna be my boyfriend? / Do you wanna be my… Canzone, quest’ultima, con un testo apparentemente molto banale, quasi infantile. Ma leggendo fra le righe ne esce un significato ben più profondo; Billie Joe in proposito ha dichiarato: «Bobby Sox è una delle mie canzoni preferite dell’album, è la canzone degli anni ’90 che non abbiamo mai scritto. All’inizio era una dedica a mia moglie ma ultimandone la composizione ho voluto cambiarla aggiungendo: ‘Vuoi essere il mio ragazzo?’ oltre a ‘Vuoi essere la mia ragazza’… Quindi la canzone si è trasformata in una sorta di inno universale». Una scelta ben precisa se ci ricordiamo che ormai parecchi anni fa Billie Joe rivelò di essere bisessuale. Un’altra traccia con un testo apparentemente poco interessante è “Look Ma, No Brains!”: Don’t know much about history / ‘Cause I never learned how to read […] Nonsense is my heroin / […] I defy the science of the missing link / […] I said look ma, I ain’t got no brains / […] I don’t need your help Sembra semplicemente la descrizione di una persona tanto svogliata quanto stupida ma qualche dichiarazione fatta dalla band nel corso delle ultime settimane ci viene in aiuto: il brano parla di ignoranza, auto isolamento e una voluta mancanza di interesse per la storia e ciò da cui possiamo effettivamente imparare per evitare di ripetere errori già fatti da altri in passato; uno dei tranelli più facili e insidiosi in cui cascare in questo momento storico.«… ora siamo tutti imprigionati in questo algoritmo che ci viene somministrato ogni giorno. Anch’io ne sono vittima.» ha dichiarato Billie Joe in una recente intervista a Guitar World Magazine «Le cose che vedi online o su Instagram o YouTube alimentano semplicemente ciò che il tuo cervello desidera vedere. Pensi di essere informato, ma in realtà ti stai chiudendo sempre di più nella tua bolla.» LA MUSICA: “Fra American Idiot e Dookie”, dicono. Ma non aspettarti quel livello. Dopo il tentativo mal riuscito di cambiare aria con “Father of All Motherfuckers”, questo nuovo lavoro torna sui binari che portano allo stile dei Green Day che la maggior parte delle persone può facilmente riconoscere ma, è bene metterlo in chiaro, certe dichiarazioni fatte nei mesi precedenti l’uscita in cui si faceva capire che questo poteva essere l’anello di congiunzione fra “Dookie” e “American Idiot” sono quantomeno esagerate. “SAVIORS” NON È UN CAPOLAVORO e chi si è fatto abbindolare da certe sirene è sicuramente rimasto deluso. MA ALLORA PERCHÉ ASCOLTARLO?