Intervista a Gilberto Cappelli

 

Gilberto Cappelli, foto di Niccolò Perini ©TLS

 

In occasione della prima rappresentazione assoluta dell’opera Anita – commissionata dal Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto e in scena al Teatro Caio Melisso di Spoleto dal 22 al 25 agosto 2024 – abbiamo intervistato il compositore Gilberto Cappelli.

 

Gilberto Cappelli, tra i più noti compositori della scena musicale contemporanea e vincitore del premio Abbiati nel 2001, va in scena a Spoleto con Anita, la sua prima opera lirica. Come nasce l’idea di scrivere un’opera?

 

L’idea di scrivere un’opera, a mio avviso, nasce se si trova un soggetto che sia valido. Questo è il punto di partenza, perché senza un soggetto e un’idea è difficile scrivere un’opera. Se si riesce a trovare un personaggio che abbia degli aspetti interessanti, la trasposizione in musica diventa naturale. Un altro aspetto importante è che al compositore piacciano la storia e i personaggi. Chiarito il soggetto e come si svilupperà, è compito del compositore immedesimarsi, così da dare il meglio di sé.

 

Anita è un’opera con due protagonisti, Anita e Giuseppe Garibaldi, ma presenta un terzo personaggio: il coro. Quale funzione ha immaginato per il coro, sia a livello musicale che drammaturgico?

 

Il coro per me è importantissimo, perché al coro sono state affidate quasi le stesse parole dei due protagonisti, una specie di approfondimento psicologico di quello che stanno dicendo. Il coro è quindi un’estensione di ciò che provano Anita e Garibaldi, come se ci fosse uno “scavo” psicologico, un addentrarsi nei due personaggi. Dal punto di vista musicale il coro offre sia la possibilità di suoni dolci che drammatici, esprimendo così la molteplicità di sentimenti che emergono da questa storia.

 

Anita e Garibaldi, foto di Niccolò Perini ©TLS

 

Anita Garibaldi, una delle donne che hanno fatto la storia di questo paese, ma di cui abbiamo perso memoria. Madre di famiglia o eroina dei due mondi, come ha voluto raccontarla?

 

Ho cercato – anche con la librettista Raffaella Sintoni, che ha scritto un bellissimo libretto – di raccontare Anita dal punto di vista personale. Dal suo incontro con Garibaldi, tutto il percorso che hanno fatto prima combattendo a Roma, poi la fuga e infine la tragica morte. Abbiamo raccontato i fatti storici cercando anche uno “scavo” che facesse comprendere come questi due personaggi, soprattutto Anita, fossero molto più complessi di quello che sembra. Avevano entrambi una profondità umana molto grande. Se io avessi solamente descritto i fatti storici, non sarebbero emerse le loro qualità umane che erano fortissime e che sentivo l’esigenza di sottolineare.

 

Gilberto Cappelli è nato a Predappio nel 1952 e, dotato di precoce talento musicale, ha iniziato a 14 anni a frequentare il Conservatorio “G.B. Martini di Bologna”, dove si è diplomato in pianoforte, direzione di coro, direzione d’orchestra e composizione con Giacomo Manzoni e Aldo Clementi. È stato per anni docente al Conservatorio “B. Maderna” di Cesena. Nel 2001 ha vinto il Premio Abbiati della Critica Italiana per la migliore composizione dell’anno. Le sue composizioni sono state eseguite alla Biennale di Venezia, a Milano Musica, ai Pomeriggi Musicali di Milano, ed edite da Casa Ricordi e Ut Orpheus. Negli anni ha sviluppato un grande interesse per l’arte visiva, che ha coltivato con studi personali.