– di Gianmarco Caselli –
Se qualcuno pensava che quella dei Generation Sex fosse una superband dal sapore di cover band deve ricredersi. I Generation Sex, formati da due componenti dei Sex Pistols (Paul Cook e Steve Jones) e da due dei Generation X (Billy Idol e Tony James) si sono esibiti in un’unica data italiana il 4 luglio al Lucca Summer Festival durante la quale hanno dato prova di essere affiatatissimi.
Ad annunciare l’inizio dello spettacolo sono le note della colonna sonora di Arancia Meccanica, mentre sullo schermo, da lettere fluttuanti, si compongono i nomi dei quattro musicisti e, infine, il nome della band. Il significato è chiaro: se altri sono artisticamente morti per la via, noi resuscitiamo, siamo ancora qui. Il punk vive ancora.
Dopodiché entrano in scena Billy Idol, Tony James, Steve Jones e Paul Cook.
Il tocco di Steve Jones è fortunatamente sempre il solito: bastano i brillantissimi suoni iniziali di chitarra per trasportarci immediatamente nelle sonorità dei Pistols e far esplodere la piazza con una Pretty Vacant di fuoco. Già da questa partenza ci si rende conto di essere di fronte a un evento di quelli a cui raramente capita di assistere. Non solo i Generation Sex non danno affatto l’idea di cover band, ma nonostante l’età e la vita che possono avere fatto questi musicisti (probabilmente Jones, che sfodera una maglietta con su scritto True punk, è quello più segnato), sono scatenati, si divertono sul palco e interagiscono fra loro.
Billy Idol, ovviamente a suo agio nei brani dei Generation X, non sembra avvertire il peso del confronto con la voce storica dei Sex Pistols, Johnny Rotten, quando interpreta i loro brani, e si vede chiaramente come, canzone dopo canzone, si diverta sempre di più, inciti il pubblico, e si confermi animale da palcoscenico ai massimi livelli. Ma non solo lui: tutti e quattro sembrano divertirsi come ragazzini che hanno formato il loro gruppo punk, non ruota assolutamente tutto intorno al cantante che, fra tutti, è l’unico ad avere avuto una carriera da solista grazie alla quale basta il proprio nome a fare da richiamo. E a questo proposito, tanto di cappello a lui, a Idol, che non ci tiene a rubare la scena agli altri, anzi.
E che dire di Tony James: solo per come si posiziona con il basso sul palco contribuisce a dare sicurezza sia al gruppo sia al pubblico. È come se dicesse: “ragazzi, siete di fronte a protagonisti della storia della musica che non hanno paura di nulla.” Del resto Tony James non è solo un ex membro dei Generation X: è bene ricordare che – fra le varie – è anche il fondatore di un altro mitico gruppo, i Sigue Sigue Sputnik.
Paul Cook è un treno, una macchina perfetta che quando si mette in moto non si ferma più, e il concerto fila via in velocità per circa un’ora e dieci, senza pause e senza momenti di noia: tiratissimo come deve essere un concerto punk mentre, sullo schermo dietro i Generation Sex , scorrono immagini di repertorio quando Jones, Idol, Cook e James erano più giovani. Da notare che Rotten non compare mai nei video. Del resto Jones ha affermato in varie interviste che non si sentono da anni per non parlare poi della causa relativa alla serie Pistol di Danny Boyle sulla storia della band.
I Generation Sex insegnano come si deve essere musicisti, cosa sia il punk e cosa sia il rock: va in scena proprio l’artigianalità della musica, tutto è suonato, nulla è registrato, si fanno anche degli errori ma è questo ciò che rende veramente vivo, reale e quindi incredibilmente bello ciò a cui stiamo assistendo.
Dancing with myself a mezzora circa dall’inizio dello spettacolo, è un trionfo, Idol si esalta, si toglie il giubbotto di pelle mentre canta e da questo momento in poi il concerto è sempre più uno spettacolo puro; si percepisce già da come viene attaccata la successiva Silly thing: la band è ancora più sicura di sé e affiatatissima, dialoga musicalmente con il pubblico in un crescendo senza posa di cui uno dei momenti più intensi è sicuramente God save the queen. Billy Idol lo sa che per lui è forse il momento di massimo confronto con Rotten, si vede da come sia concentrato e forse preoccupato accanto alla batteria prima che inizi il brano e mentre Jones sfodera le prime schitarrate della canzone. Del resto Idol aveva dichiarato che non avrebbe interpretato quello che probabilmente è il brano più rappresentativo dei Sex Pistols, Anarchy In The UK, in quanto brano troppo legato a Johnny Rotten. E God save the queen è sicuramente il secondo brano più amato dei Sex Pistols.
Idol sa che qui si gioca tutto con i fan dei Pistols, qui è il vero confronto con Rotten e allora non si risparmia, dà tutto se stesso e non c’è bisogno di dire che è semplicemente eccezionale. Se si è nella Pit Area si ha proprio la sensazione di essere a tu per tu con degli amici con cui ci si conosce da tempo.
Dopo il finale con My way, i Generation Sex tornano sul palco con ben tre brani: Steppin Stone, Problems e Rock and Roll swindle.
Che dire dopo un concerto del genere? Probabilmente potremmo usare le poche parole pronunciate in italiano da Jones sul palco di Lucca: mamma mia!
La scaletta della serata:
Pretty Vacant (Sex Pistols)
Ready Steady Go (Generation X)
Wild Youth (Generation X)
Bodies (Sex Pistols)
Untouchables (Generation X)
Black Leather (Sex Pistols)
Kiss Me Deadly (Generation X)
Dancing With Myself (Generation X)
Silly Thing (Sex Pistols)
King Rocker (Generation X)
God Save the Queen (Sex Pistols)
Your Generation (Generation X)
My Way (Claude François)
Bis:
(I’m not your) Steppin’ stone (Sex Pistols)
Problems (Sex Pistols)
The Great Rock ‘n’ roll swindle (Sex Pistols)